Con il rilascio di iOS 18.1 lo scorso ottobre (iOS 18.4 in Italia da aprile 2025), Apple ha introdotto ufficialmente Apple Intelligence, una suite di strumenti basati su intelligenza artificiale pensata per migliorare l’esperienza utente all’interno del sistema operativo. Scrittura assistita, emoji generative (Genmoji) e suggerimenti contestuali sono solo alcune delle novità già disponibili in molte delle app native di iOS. Tuttavia, non tutte le app di terze parti hanno abbracciato questa integrazione. E tra le grandi assenti spiccano proprio le applicazioni del gruppo Meta.
Niente AI Apple su Facebook, WhatsApp, Instagram e Threads
Chi utilizza app come WhatsApp, Facebook, Instagram o Threads su iPhone e iPad potrebbe non averci fatto caso subito, ma Apple Intelligence non è affatto presente su queste piattaforme. Questo significa che funzionalità come gli Strumenti di Scrittura – che permettono di modificare, correggere o migliorare i testi in tempo reale – risultano completamente assenti. Toccare un campo di testo non attiva nessun suggerimento o supporto smart, come invece avviene su moltissime altre app compatibili.
La scelta di Meta è netta e coinvolge anche altre funzioni. Non è possibile creare o condividere Genmoji all’interno delle sue app, né utilizzare sticker da tastiera o Memoji nelle Instagram Stories, una possibilità che era presente fino a poco tempo fa.
Una decisione volontaria, in contrasto con il resto del panorama
Il caso di Threads è emblematico: neppure durante la creazione di un nuovo post viene proposta l’interfaccia AI di Apple. Stessa situazione per didascalie, commenti e messaggi su Facebook o Instagram. E mentre altre app di terze parti – come X (ex Twitter) – continuano a supportare nativamente Apple Intelligence, l’assenza su tutte le app Meta lascia poco spazio ai dubbi: si tratta di una scelta deliberata.
Meta punta tutto sul proprio assistente AI
Sebbene Meta non abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, il motivo appare piuttosto chiaro: l’azienda guidata da Mark Zuckerberg sta spingendo l’adozione di Meta AI, il proprio assistente basato su intelligenza artificiale, già presente in molte delle sue applicazioni.
Meta AI consente la generazione di testi, la modifica dei contenuti e persino la creazione di immagini, in modo simile ad alcune funzioni offerte da Apple Intelligence. Tuttavia, manca ancora una vera integrazione con i campi di testo di iOS, dove Apple Intelligence eccelle con suggerimenti grammaticali, cambi di tono e revisioni istantanee. Nonostante ciò, Meta sembra intenzionata a evitare qualsiasi concorrenza interna all’interno del suo ecosistema.
Tensioni tra Apple e Meta dietro le quinte
L’esclusione di Apple Intelligence dalle app Meta si inserisce in un contesto di rapporti tesi tra le due aziende. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Apple avrebbe valutato l’integrazione del modello linguistico Llama di Meta all’interno di Apple Intelligence, per poi rinunciare all’accordo a causa di divergenze in materia di privacy. Un tema su cui Apple non transige, e che da sempre rappresenta uno dei pilastri della sua filosofia.
Inoltre, le due aziende si sono spesso trovate su fronti opposti anche su altri temi, come le politiche dell’App Store e la gestione della pubblicità.
Gli utenti iOS ne pagano le conseguenze
Resta da capire se, in futuro, Meta deciderà di rivedere la propria posizione, magari per non restare indietro nel confronto con altri assistenti AI in arrivo su iOS, come Google Gemini o versioni più avanzate della stessa Meta AI. Nel frattempo, Apple continua il suo percorso con OpenAI, rafforzando l’ecosistema di funzioni smart pensate su misura per i propri dispositivi.
In definitiva, la decisione di Meta penalizza soprattutto gli utenti iOS. In un momento storico in cui l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più integrata nelle esperienze quotidiane, la mancanza di queste funzionalità su alcune delle app più utilizzate rappresenta un limite concreto.
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